sabato 23 gennaio 2016

Con tutto il rispetto...

Questa è una slide della mia presentazione al Goofy4:


e questi sono alcuni tweet che avrei preferito non leggere (dopo dico perché a chi non lo capisse subito):




Cominciamo dal primo.

Come: "Cosa c'è sulle ordinate?" (per i diversamente matematici, le ordinate sono l'asse verticale). Ma cazzo santo, c'è scritto nel titolo del grafico: è il rapporto fra il Pil dei due paesi considerati (Italia e Germania, lo dice la legenda) e la media dell'Eurozona. Le ordinate quindi sono il rapporto fra il reddito dei paesi rappresentati (Italia e Germania, lo dice la legenda) e la media dell'Eurozona, il che significa che il grafico rappresenta il rapporto fra il reddito dei paesi rappresentati (Italia e Germania, lo dice la legenda) e la media dell'Eurozona, forse a causa del fatto che nel suo titolo c'è scritto rapporto al Pil dell'Eurozona.

I rapporti si esprimono in percentuale, sapete? Avete mai sentito parlare di "regola del 60% del rapporto debito/PIL"? Mai? Allora in quale cazzo di pianeta vivete?

Quello che il grafico rappresenta è un "pattern" che se mi seguite avete visto migliaia di volte. Se non mi seguite, non seguitemi. Mica ve l'ho chiesto io.

Bene.

Quale PIL?

Bè, ovviamente quello pro capite, non è che ci voglia Adam Smith per capirlo. Mi spiego: quando la linea della Germania arriva al 130%, significa che il Pil pro-capite tedesco era superiore del 30% al Pil pro capite (medio) dell'Eurozona. Non significa, ovviamente, che il Pil tedesco fosse del 30% superiore al Pil dell'Eurozona, per lo stesso semplice motivo per il quale se pesate 80 chili un vostro braccio non può pesare 104 chili. Chiaro? Devo anche spiegarvi questo? Ma io lo faccio volentieri, mica mi costa niente. Me l'avete chiesto voi. Poi se non ci fate bella figura, sono anche problemi vostri.

Capirei (a fatica) se, da lettori relativamente assidui, mi aveste chiesto quali fossero le fonti (quelle, effettivamente, in figura potevo metterle). Non le ho messe perché sono le solite: il WEO, citato nella pagina Per cominciare di questo blog.

Questo è lo screenshot del foglio dove ho fatto i calcoli:


Ora vado da quelli che fanno finta.

Voi nel frattempo vergognatevi con calma, e poi io deciderò cosa fare.

Non scrivetemi lettere insulse o vi mando veramente a fare in culo.

Qui bene amat bene castigat.


Addendum di ritorno da quelli che fanno per finta (su cui vi intrattengo dopo)

Siccome in dubio pro reo, ho voluto dare una scusante ai due buontemponi del primo tweet riportato qua sopra, e mi sono detto: "Forse se vengono a rompermi i coglioni per un dettaglio evidente, se osano usarmi come loro segretaria (dimenticandosi che io sono purtroppo per loro privo di un importante dettaglio: diciamo che ho un moderato surplus laddove la segretaria dovrebbe avere un moderato deficit...), sarà perché nell'esporre il contenuto di quella slide a Pescara ho omesso di dire di cosa si trattasse. Orsù, son giovini, forse dovrei essere indulgente: fammi verificare...".

E con la scusa del garantismo, mi sono dedicato all'attività che più adoro al mondo: ascoltarmi. A voi magari piacerà di meno, e quindi vi evito tutta la pappardella. Favorite però ascoltare il seguente video dal minuto 24:36 (cioè da quando chiedo: "Qualcosa è cambiato quando?" - per inciso, avrete notato il grassetto nell'audio):


Cazzo, lo dico cos'è sta roba! Lo dico! Il rapporto fra il Pil pro capite italiano e quello europeo. E nella slide successiva, quella riportata qua sopra, specifico che si tratta delle stesse grandezze, ma misurate a PPA (chi non sa cos'è per oggi si attacca).

Allora, io dico: sapete da dove viene quella slide.

Debbase, ma chi vi credete di essere per chiedere a me una spiegazione che potete trovare da voi? Un conto è chi arriva qui da fuori: si può essere più o meno indulgenti (secondo me su quest'arca di Noè siamo anche troppi, e a me la biodiversità delle opinioni cretine interessa fino a un certo punto - credo anzi che Nostro Signore avesse fatto un certo lavoretto per contenerla un po'; Gen. 6,11), ma con chi sta qui dentro, con chi addirittura è socio e si è proposto di aiutare, non si può essere indulgenti se abusa di un secondo del mio tempo per chiedermi una cosa che

(a) è evidente e

(b) gli ho già detto.

Ecco, ora che ci penso, torno un attimo su Twitter a bloccare il Previti (sarà la trentesima volta...).


Ora gestisco rapidamente gli altri due tweet che non avrei voluto leggere.


Bruno, da ingengngngniere certificato, ne spara una enorme! Ma come cazzo il rapporto fra i tassi di crescita!? Ma come!? Oh, i tassi di crescita possono essere positivi, ma anche negativi, e quando capita anche nulli! Certo, in teoria la probabilità che un numero reale sia esattamente uguale a zero - ipotizzando una distribuzione di probabilità continua - quanto è?

(...vediamo chi lo sa...)

Ma il fatto è che siccome è abbastanza impossibile riportare un dato con infiniti decimali, si tronca, si arrotonda, e quindi la distribuzione di probabilità di fatto è discretizzata, dal che consegue che un valore nullo può uscire. Insomma, può benissimo essere che in un dato anno il tasso di crescita di un paese risulti 0, o magari 0,0, o anche 0,00, anche se in realtà è 0,00000000000000000002000000000000000000000600000000000000001000000000000000000452394209830495680495860459y7809234233523445000000000000000000333333332349874534587983453450000000000000000000656456908904359860459680984560.

Chiaro?

Bene, allora in quell'anno se facciamo il rapporto fra il tasso di crescita del paese che cresce poniamo al 3% e quello del paese che cresce a zero cosa otteniamo?

0,03/0,00

E che faccio? Uso la formula di de l'Hopital dopo che la calcolatrice mi ha mandato al diavolo?

Ma io dico: ma come minchia vi viene in mente! Il rapporto fra due tassi di crescita non si può fare (come non si può prendere, poniamo, il logaritmo del saldo delle partite correnti, soprattutto in Italia).


LEBBASI, CAZZO!

Vabbè, Bruno, ti grazio perché devo incistarmi da te in Transilvania, una volta, prima di morire (e possibilmente a febbraio, quando fa fresco...).

Anche Mons Colombo non ne esce benissimo, però alla fine quello che dice ha meno nonsenso di quello che dicono gli altri.


E ora lo capite, vero, perché siamo spacciati?


Perché persone che mi seguono da anni non riescono a interpretare un grafico banale che ho mostrato loro (in forme sostanzialmente identiche) decine di volte, stante che esso è il segno più evidente del nostro declino e della nostra vergogna.

Perché persone che in teoria mi vogliono bene in pratica mi vogliono al loro servizio, mi vogliono per segretaria, dimenticando quella cosetta del surplus e del deficit, ovvero non hanno la benché minima voglia di fare un minimo sforzo in prima persona. Tanto c'è Bagnai che risponde...

Ma che cazzo di rispetto è?

Ecco.

Pensate a quante volte qui qualcuno ha detto: "Famoerpartito". Bene. Famolo. Così poi alle tre di notte mi chiamerete da Pordenone, o da Enna, per chiedermi come si mette la colla sui manifesti!

Fatelo voi.

Poi quando avete il 51% io se mi chiamate vengo (ma solo se mi date il ministero degli interni).

Dall'Australia, ovviamente...


(...p.s.: la colla è meglio metterla sul muro, e poi ci appiccicate i manifesti. Almeno, a me questa sembra la prassi più sicura. Io non sono un politico, quindi...)

3 commenti:

  1. Mia madre era una insegnante, dico era perché è venuta a mancare molti anni fa.
    Mia madre era molto apprezzata dai genitori dei suoi allievi e unanimemente considerata una validissima insegnante.
    Osservando mia madre farmi lezione, capii sin da giovane che l’insegnamento è una missione, e confrontando il suo metodo di insegnamento con quello dei miei professori imparai a distinguere i bravi insegnanti da quelli meno bravi. Secondo me lei è nato per insegnare. Lei è un insegnante dalla punta dei capelli all’estrema propaggine dell’alluce. Lei secondo me è molto più insegnante che clavicembalista, economista, velista, girovago, e umorista (questa gliela spiego dopo).
    Il suo intervento qui sopra me ne ha dato l’ennesima riprova (dico ennesima avendo visto tutti i suoi video in Rete e letto quintali dei suoi scritti).
    Fortunati i suoi allievi.
    Inoltre anche lei, come mia madre, è dotato di grande senso dell’umorismo, il che non guasta.
    Leggendo il suo blog ogni tanto mi faccio di quelle risate che non immagina. Non so se dipenda dal fatto che lei è romano (anche se ci tiene a dire che è fiorentino, ma non è vero. Lei è romano al 101%, se lo lasci dire da un bergamasco cresciuto a suon di Aldo Fabrizi, Verdone, Guzzanti).
    O se dipenda dal carattere suo peculiare, e quindi risulterebbe altrettanto divertente anche se fosse torinese.
    Ripeto, fortunati i suoi allievi.

    Alberto.

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  2. L'insegnante che tutti avremmo voluto avere e che per fortuna grazie ad Internet abbiamo

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  3. Grazie per aver risposto.

    Avevo sinceramente cercato di ricostruire il grafico senza riuscirci e, come ha potuto vedere, avevo chiesto ad altri prima di disturbare lei.

    Visti i miei limiti tecnici (oltre che culturali) evito spesso di scrivere semplicemente perchè ritengo di non avere un reale contributo da dare qui.

    Mi dispiace solo di non aver riguardato il suo intervento al Goofy4.

    A presto

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